Memoria: approvazione della Regola e dell’Istituto del Santissimo Redentore

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Pagani, Pinacoteca

273 anni fa, il 25 febbraio 1749, Papa Benedetto XIV, sentito il parere dei Cardinali della Santa Congregazione del Consiglio [dal 1967: Congregazione per il Clero], approvò la Congregazione del Santissimo Redentore e la sua Regola nella lettera apostolica “Ad Pastoralis Dignitatis fastigium”. L’approvazione pontificia ha contribuito ad aumentare le vocazioni al nuovo Istituto.

P. Berthe, uno dei biografi di Sant’Alfonso, così descrive questo evento:

P. Villani aveva ottenuto dagli eminenti Cardinali l’approvazione dell’Istituto e del Regolamento della nostra Congregazione. Tuttavia, era necessario ottenere dal Papa la conferma del decreto dei Cardinali e l’invio del Breve di approvazione.

Padre Villani ha chiesto un’udienza al Pontefice per chiedere quest’ultima grazia.

Infine, il 25 febbraio, sono state pubblicate le Lettere Apostoliche in Forma Brevis con l’approvazione dell ‘“Istituto e Regolamento della Congregazione del Santissimo Redentore”.

Inoltre, Papa Benedetto XIV concesse, tra gli altri privilegi spirituali, l’officium con l’ottava del Santissimo Redentore e il privilegio di recitare questo officium una volta al mese.

(P. Berthe, Vita di S. Alfonso, I, p.380).


Riflessione dal P. Rogério Gomes, C.Ss.R.:

Oggi celebriamo due eventi storici della nostra Congregazione:

1) L’approvazione da parte di Papa Benedetto XIV nel 1749 della Congregazione e della sua prima Regola con il Breve “Ad Pastoralis Dignitatis fastigium”. Dopo di questo, i congregati iniziano a fare i voti pubblici. 

2) Nel 1894, in questa data, inizia il X Capitolo Generale, a Roma, convocato per la morte di P. Nicolau Mauron, con 47 capitolari. Matthias Raus, il 12° nella lista dei Superiori Generali, è stato eletto nel quarto giorno. Tuttavia, il Capitolo è durato fino al 22 aprile, 58 giorni. Furono prese importanti decisioni, specialmente quella di dividere la CSSR in sei regioni: italiana, francese, tedesca, olandese-belga, americana e britannica e ognuna con il suo corrispondente consultore generale. 

Questi due eventi ci fanno riflettere su alcune cose: 

In questi 17 anni, di attesa da 1732 al 1894, cosa ha pensato Alfonso, che gli ha fatto mettere tutta la sua energia in questo progetto? Forse lui non si aspettava che la sua Congregazione crescesse così tanto e che, col tempo, i suoi membri diminuissero (oggi 4646!). Ma una cosa era chiara per lui: la sua visione in quel contesto. 

Alfonso ha letto la realtà di modo profondo da dentro. Alla sua visione si aggiungeva una profonda esperienza di Dio e una profonda fede nella Provvidenza, ma con previdenza. Fu questa previdenza che lui intuisce al lungo della sua vita attraverso la sua formazione, il contatto con gli incurabili, con i poveri del suo tempo, con sua mistica legata all’ispirazione dello Spirito che lo fece perseverare e concretizzare la sua intuizione. 

L’atto di approvazione è la realizzazione del sogno di Alfonso, una formalità ecclesiale per sentire e camminare con la Chiesa. E la regola è un modo di vivere il carisma. Ed è questo carisma vivo che si rinnova nel tempo fino ad arrivare alle nostre Costituzioni. Dietro ogni cambiamento ci sono lo Spirito di Dio e lo spirito del Fondatore come guardiani affinché la Congregazione non devii dal suo corso e continui ad essere fedele al suo carisma. E, per questo, siamo qui. 

Certamente quell’antica Regola non ci dice molto oggi. Ma cosa ci dice lo Spirito? Cosa ci dice lo spirito di Alfonso mentre ci prepariamo al XXVI Capitolo Generale, nei diversi ambiti della nostra vita apostolica? L’Alfonso storico può non dirci molto a causa del contesto. È un personaggio che ha fatto Storia, ma lo spirito di Alfonso ha molto da insegnarci a sognare e ad essere realisti. Dobbiamo cogliere questo spirito…

Sono passati 273 anni. D’ora in poi tocca a noi, attraverso la nostra corresponsabilità, leggere la Congregazione dall’interno, leggere i segni dei tempi e i tempi dei segni e, impregnati dello Spirito del Signore e con lo spirito di Alfonso vivo nei nostri cuori, cercare le risposte migliori perché ne vengano altri 273. Finché la Congregazione seguirà lo Spirito e gli spiriti di Alfonso e dei nostri santi e beati e martiri, avranno altri 273 anni. Quando seguire i capricci personali sarà la sua triste fine. E che il Signore ci liberi da questo! Che lo Spirito del Signore ci conduca in questa missione!

Roma, 25.02.2022

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