E Francesco se n’è andato in una bella mattina di Pasqua…

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Padre Rogério Gomes CSsR con Papa Francesco durante l'udienza concessa ai Redentoristi il 1° ottobre 2022.

Oggi, con grande tristezza, abbiamo appreso la notizia della morte di Papa Francesco. Ci ha lasciati presto… la mattina del lunedì Pasqua. I suoi ultimi gesti sono stati significativi: l’incontro con i detenuti, l’incontro con il vicepresidente degli Stati Uniti, la sua ultima benedizione la domenica di Pasqua e l’ultimo passaggio in Piazza San Pietro, toccando i neonati e le persone. Ha celebrato la sua Pasqua – alla maniera di Francesco e ha fatto la sua Pasqua – nell’ottava di Pasqua…

Ho avuto l’opportunità di essere in Piazza San Pietro il giorno della sua elezione, il 13 marzo 2013. Ho potuto vedere tutto il fumo che usciva dal camino della Cappella Sistina. Arrivando per la sessione pomeridiana del conclave, ho notato un gabbiano bianco che si era posato sul camino. Quell’immagine ha fatto il giro del mondo. Il pomeriggio lasciò il posto alla notte, con una pioggia leggera che faceva competere gli ombrelli per ogni centimetro davanti al balcone del Vaticano. Finché qualcuno gridò: «Fumo bianco!». All’inizio non si distingueva un granché, finché non uscì un getto di fumo bianco. E l’attesa… chi poteva essere?

Il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran, con la voce molto debole, fece il tradizionale annuncio: «Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!», ma lasciò molti nella piazza con il dubbio… Tuttavia, tutti sentirono: Franciscus. Ero vicino a un gruppo di giovani italiani e uno di loro esclamò: «Francesco, un nome come il nostro!». Ma c’era ancora incertezza su chi fosse. Poi qualcuno disse: «È il cardinale arcivescovo di Buenos Aires».

E le campane suonarono, il tempo passò, la folla si radunò e la pioggia sottile lasciò spazio a un cielo stellato. E allora uscì l’uomo, un po’ timido, tutto vestito di bianco, senza le tradizionali vesti papali, e salutò tutti:

«Fratelli e sorelle, buonasera!» (seguito dall’applauso forte della gente).

«Sapete che il compito del conclave era quello di dare a Roma un vescovo. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati quasi fino alla fine del mondo per trovarlo, ma eccoci qui… Vi ringrazio per l’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo. Grazie mille. Prima di tutto, vorrei recitare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, che il Signore lo benedica e la Vergine lo protegga».

Insieme a lui tutta la folla e i cardinali recitarono il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria, e lui continuò:

«E ora iniziamo questo cammino, vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fraternità, di amore, di fiducia tra di noi. Preghiamo sempre gli uni per gli altri. Preghiamo per il mondo intero, affinché ci sia una grande fraternità. Auguro che questo cammino della Chiesa che oggi iniziamo, e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario qui presente, sia fecondo per l’evangelizzazione di questa bella città».

Mentre procedeva alla benedizione, disse: «Ora vorrei impartire la benedizione, ma prima vorrei chiedervi un favore. Prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo di pregare il Signore affinché mi benedica. La preghiera del popolo, che chiede la benedizione per il proprio vescovo. Recitiamo questa preghiera per me in silenzio».

Ci furono circa 20 secondi di profondo silenzio in tutta Piazza San Pietro. Una piuma che fosse caduta avrebbe potuto fare rumore…

Il nuovo successore di Pietro impartì la benedizione, concedendo a tutti l’indulgenza plenaria. Prima di dare la benedizione disse ancora: «Allora darò la benedizione a voi e al mondo intero. A tutti gli uomini e le donne di buona volontà».

Dopo la benedizione, la folla acclamò e lui continuò:

«Fratelli e sorelle, vi saluto. Grazie mille per la vostra accoglienza. Pregate per me. A presto! Domani voglio andare a pregare la Madonna, affinché protegga tutta Roma. Buona notte e riposatevi».

Il 1° ottobre 2022, durante il XXVI Capitolo Generale della Congregazione, abbiamo avuto un’udienza con lui, che ci ha parlato spontaneamente al cuore. Prima di congedarsi, ha detto a tutti noi: «Bene, vi ringrazio per quello che fate nella Chiesa, sul serio. Vi ringrazio dal profondo del cuore». Al mio predecessore, padre Michael Brehl, papa Francesco disse: «Ti ringrazio per i tuoi tredici anni qui… Sopravvivere a Roma non è facile! Grazie». E a me: «E a te, quando ti costa un po’, un po’ di cachaça per tirarti su il morale. (Risate). Ho avuto la grazia di avere quattro incontri significativi con lui.

Se rileggiamo il messaggio di Francesco, vediamo che è stato coerente fino alla fine. È stato instancabile nel suo desiderio di una Chiesa accogliente, anche se a volte molti non lo capivano. Non ha voluto essere un Papa perfetto; ha permesso che le sue contraddizioni potessero emergere, che si vedesse che aveva dolori fisici, che soffriva con la gente. I grandi non temono di essere umani, accoglienti e misericordiosi. E ha lavorato per questo fino all’ultimo giorno…

Certamente, come i discepoli dopo la morte di Gesù, ci sentiamo un po’ smarriti. Ma lo Spirito Santo, che è armonia, come sempre ricordava, guida la Chiesa e ci dà speranza.

Grazie, Papa Francesco, per aver spinto la Chiesa a uscire dalla sua zona di comfort e ad accogliere il “diverso” attraverso la sinodalità. Intercedi dal cielo affinché abbiamo un nuovo Papa buono, pieno di speranza e sinodale che, come Gesù, abbia compassione del mondo, ma lo veda come opera di redenzione di Dio e come un luogo dove gli esseri umani possano essere felici.

Grazie, Papa Francesco, per tutto e per sempre! «Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5).

P. Rogério Gomes, C.Ss.R
Superiore Generale

Originale: spagnolo