
In questo Anno Santo 2025 la Chiesa celebra alcuni eventi speciali: la data della Pasqua coinciderà per i cristiani d’Oriente e d’Occidente. Sempre nel 2025, il prossimo 20 maggio, dopo 1.700 anni, il mondo cristiano ricorderà l’apertura del Concilio di Nicea in Asia Minore, il primo concilio ecumenico della storia. Da esso scaturì il Credo che, completato dal Concilio di Costantinopoli nel 381, divenne la carta della fede in Gesù Cristo professata dalla Chiesa ogni domenica nella celebrazione dell’Eucaristia.
In questo anniversario, in questo Anno Giubilare, incentrato su “Cristo, nostra speranza” – come ha sottolineato Papa Francesco -, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, segnato dal dramma della guerra e da innumerevoli ansie e incertezze. “Ciò che per noi è essenziale, più bello, più attraente e allo stesso tempo più necessario è la fede in Cristo Gesù. Tutti insieme, a Dio piacendo, la rinnoveremo solennemente nel corso del prossimo Giubileo e ciascuno di noi è chiamato ad annunciarla a ogni uomo e donna della terra. Questo è il compito fondamentale della Chiesa“ (Discorso ai partecipanti all’Assemblea plenaria del Dicastero per la Dottrina della Fede, 26 gennaio 2024).
La Commissione Teologica Internazionale (CIT) ha pubblicato sul sito web del Vaticano un importante e dettagliato documento dal titolo: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700° Anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025)”. L’obiettivo non è solo quello di ricordare il tenore e il significato del Concilio, indubbiamente di capitale importanza nella storia della Chiesa, ma anche di evidenziare le straordinarie risorse che il Credo, professato da allora fino ad oggi, conserva e rilancia nella prospettiva della nuova tappa di evangelizzazione che la Chiesa è chiamata a vivere.
Nel terzo numero delle nostre costituzioni leggiamo: “La sollecitudine apostolica della Congregazione si estende ai fedeli che godono della cura pastorale ordinaria, affinché, rafforzati nella fede, si rinnovino continuamente nella conversione a Dio e diano testimonianza della loro fede nella vita quotidiana”.
E nella presentazione del documento della Commissione è stato detto: “La verità di un Dio che, essendo amore, è Trinità e che nel Figlio si fa uno di noi per amore – questa è la fede che il Concilio di Nicea testimonia e trasmette – è l’autentico principio della fratellanza tra gli individui e i popoli, e della trasformazione della storia alla luce della preghiera che Gesù ha rivolto al Padre alla vigilia del dono supremo della sua vita per noi: ‘Padre, che tutti siano una cosa sola, come io e te siamo una cosa sola’ (cfr. Gv 17,22)”.
Tra le pubblicazioni più recenti vicini all’aanniversario del Concilio di Nicea, troviamo anche il libro di P. Alberto de Mingo CSsR “Il Credo niceno spiegato con sellplicità”. L’autore esplica ogni articolo del Credo, mostrandone il legame con le esperienze credenti su cui si fonda e prestando particolare attenzione alla Sacra Scrittura. In questo modo, p. de Mingo spera di poter presentare il Credo niceno non come una serie di fredde formule, ma come un insieme di espressioni che possono continuare a nutrire la vita cristiana di oggi (cf. testo sul copertina del libro).
“Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore.1700° anniversario del Concilio ecumenico di Nicea”.
Il Concilio di Nicea è rimasto nella coscienza cristiana soprattutto attraverso il Credo che raccoglie, definisce e proclama la fede nella salvezza in Gesù Cristo e nell’unico Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Il documento dell’ECI si articola in 4 capitoli, che vengono descritti nella presentazione:
Nel primo capitolo: una lettura dossologica del Simbolo, per evidenziarne le risorse soteriologiche e quindi cristologiche, trinitarie e antropologiche.Sarà l’occasione per sottolinearne l’importanza e per ricevere un nuovo impulso nel cammino verso l’unità dei cristiani.
In un secondo capitolo, di carattere patristico, si esplorerà come la vita liturgica e la vita di preghiera siano state rese feconde nella Chiesa dopo il Concilio.
Nel terzo capitolo, presenta come il Credo e l’evento conciliare testimonino l’evento stesso di Gesù Cristo, la cui venuta nella storia offre un accesso senza precedenti a Dio e introduce una trasformazione del pensiero umano, cioè un evento sapienziale.
Infine, il quarto capitolo tratta delle condizioni di credibilità della fede professata a Nicea in una fase di teologia fondamentale, che metterà in luce la natura e l’identità della Chiesa come autentica interprete della verità normativa della fede attraverso il Magistero, e custode dei credenti, soprattutto dei più piccoli e vulnerabili.
Ecco il testo integrale del documento: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700° Anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea”.