
Nel contesto dell’Anno della Missione
Questo anno in cui, come Congregazione, stiamo riflettendo sulla missione con il tema: “Il Signore che ci manda come missionari e pellegrini di speranza in un mondo ferito”, ci permette di esprimere la nostra gratitudine e il nostro riconoscimento ai confratelli Missionari Itineranti e alle Suore che partecipano alle missioni popolari.
Queste sono le parole del padre Generale, Rogério Gomes, nel suo messaggio del 19 marzo di quest’anno 2025, dove specifica il senso della missione redentorista. Come leggiamo al n. 5 del suo messaggio: “La missione redentorista non può dimenticare due testi fondamentali: Luca 4,16-18 e Salmo 130 (129), 7-8. Questi passaggi sono fondamentali per la missione redentorista, poiché esprimono il cuore del suo carisma: annunciare l’abbondante redenzione in Cristo. In essi si rivela la centralità della misericordia divina e l’impegno per la liberazione dei più bisognosi, elementi essenziali del carisma missionario redentorista. Siamo chiamati ad essere una presenza viva dell’amore di Dio, proclamando la Buona Novella della salvezza a tutti, specialmente ai poveri e agli emarginati. Siamo convinti che Dio non abbandona mai il suo popolo e che la sua misericordia è inesauribile. L’espressione Copiosa Redemptio, tanto cara a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, traduce la certezza che la grazia divina è abbondante e sempre accessibile a chi ne ha bisogno.Questo è il fondamento della missione redentorista: proclamare che Dio è un Padre amorevole, sempre pronto ad accogliere, perdonare e trasformare le vite”.
Possiamo sentire l’eco di Francesco nelle sue parole: ‘la centralità della misericordia divina e l’impegno per la liberazione dei più bisognosi’. Così anche Papa Francesco mercoledì 18 marzo 2020 nell’udienza generale: «La misericordia di Dio è la nostra liberazione e la nostra felicità. Viviamo di misericordia e non possiamo permetterci di essere senza misericordia: è l’aria che respiriamo. Siamo troppo poveri per porre condizioni, abbiamo bisogno di perdonare, perché abbiamo bisogno di essere perdonati».
Le missioni popolari
«La missione popolare è un’espressione profonda della presenza viva di Cristo attraverso una Chiesa itinerante, vicina alla gente, specialmente a coloro che hanno più bisogno: i poveri, gli emarginati e i dimenticati della società. Attraverso l’annuncio della Parola – frutto del vostro incontro con il Redentore –, la testimonianza della vostra vita e il vostro servizio fraterno, voi diventate segni concreti dell’abbondante redenzione. In questo senso, la missione popolare risplende come un faro di speranza per gli scoraggiati e per coloro che hanno perso le loro prospettive. La chiamata del XXVI Capitolo Generale ad essere missionari di speranza sulle orme del Redentore è eloquente», ci ricorda p. Rogério al n. 6 del suo messaggio.
A questo proposito possiamo dire che di questo pontificato si ricorderanno i concetti che hanno sintetizzato complesse realtà ecclesiali, politiche e sociali: «cultura dello scarto», «globalizzazione dell’indifferenza», «Chiesa povera per i poveri», «Chiesa in uscita», «pastori con odore di pecora», «etica globale della solidarietà». Un invito costante a comprendere la missione profetica con i più piccoli.
Un Papa, missionario della misericordia
Sappiamo che sono tanti i temi trattati dal primo pontefice latinoamericano della storia della Chiesa, in particolare la preoccupazione per i poveri, la fraternità, la cura della Casa Comune. Ma il cuore del suo messaggio, quello che senza dubbio è entrato nella vita della famiglia redentorista, è stata la chiamata evangelica alla misericordia. A quella vicinanza e tenerezza di Dio verso chi ha bisogno del suo aiuto. Senza timore possiamo dire che è riuscito a porre la misericordia in modo rinnovato al centro del suo magistero.
Carlos Espinoza – Scala News