Haiti: Il grido di un popolo abbandonato

0
96
Foto dal archivio, 2024.

Haiti sta vivendo una situazione di estrema caos, che ha costretto parte della popolazione ad abbandonare le proprie case per sopravvivere alla violenza delle bande criminali. La miseria, la fame, l’insicurezza anche nelle minime attività quotidiane stanno portando alla rovina un Paese già povero e abbandonato. Nel frattempo, i fedeli cattolici si preparano a festeggiare, nei limiti delle loro possibilità, la patrona del Paese: Nostra Madre del Perpetuo Soccorso.

Scala News offre la testimonianza di P. Renold ANTOINE, C.Ss.R., uno dei nostri missionari che vive ed evangelizza in questo Paese povero ma credente.


Nel mezzo di questo Anno Giubilare dedicato alla Speranza, è molto triste constatare come un’intera nazione sprofondi nella disperazione, perché la sua popolazione si trova tra l’incuria dei membri del suo governo, la violenza incessante delle bande criminali e l’indifferenza della comunità internazionale. Haiti, la prima Repubblica nera indipendente della storia, un tempo considerata la “Perla delle Antille”, sprofonda ancora di più nel caos e si allontana sempre più dal concerto delle nazioni. Questa situazione provoca nel Paese disillusione, disperazione e rassegnazione.

Infatti, dopo essere saliti al potere più di un anno fa senza alcuna legittimità popolare, il Consiglio presidenziale di transizione attualmente guidato da Fritz Alphonse JEAN e il suo governo guidato da Alix Didier FILS-AIME non riescono a unire le forze per tirare il Paese fuori dal baratro, perché le loro ambizioni personali e di parte oscurano le grida di un popolo in ginocchio.

In questo calderone surriscaldato che è Port-au-Prince e dintorni, assistiamo ogni giorno a un preoccupante aumento degli sfollamenti interni su larga scala. Questa violenza generalizzata comprende violenze sessuali, rapimenti, saccheggi, blocchi stradali, nonché un numero crescente di attacchi contro ospedali, scuole e altre infrastrutture sociali essenziali.

Tuttavia, le sofferenze e i dolori del popolo haitiano sono anche quelli della Chiesa di Haiti. Come il popolo, anche la Chiesa locale ha perso molte delle sue scuole, parrocchie e ospedali, e alcuni dei suoi membri sono stati rapiti e uccisi.

Nonostante la complessità della situazione, come Chiesa continuiamo a incoraggiare la popolazione a non disperarsi e a non scoraggiarsi. Non è mai troppo tardi. È tempo di un risveglio nazionale per salvare il Paese da tutti i mali che lo hanno corroso per decenni.

Per questo, dalla nostra responsabilità religiosa e morale, continuiamo a chiedere la fine della violenza per iniziare una nuova era nel Paese. È per questo motivo che, ancora una volta, rivolgiamo un appello a tutti, in particolare:

  • Alle autorità statali: vi invitiamo a dare prova di patriottismo, mettendo da parte i vostri ego e lavorando nell’interesse di tutti invece che al servizio dei vostri interessi e di quelli dei vostri partiti. Ripristinate l’ordine e la pace.
  • Alla comunità internazionale: invece di isolarci, mantenete le vostre promesse e i vostri impegni per aiutare il Paese a uscire da questa spirale di violenza.
  • Ai gruppi criminali che uccidono, saccheggiano, violentano: per l’amor di Dio, deponete le armi. Questa violenza non porta a nulla. “Per favore, ricordate che con la guerra si perde tutto! Oggi il vostro popolo desidera un futuro migliore, che passa attraverso la riconciliazione e la pace”. (Discorso del Santo Padre Francesco durante il ritiro spirituale dei leader del Sud Sudan in Vaticano, 11 aprile 2019).
  • Ai mezzi di comunicazione sociale, vi invitiamo a combattere la disinformazione e la polarizzazione. Che non incitino alla guerra e non alimentino sentimenti di odio, ostilità, né invitino alla violenza o allo spargimento di sangue. In altre parole, vi invitiamo a «disarmare la comunicazione, purificarla dall’aggressività». (Messaggio di Papa Francesco per la LIX Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2025).
  • A tutta la popolazione che vive in prima persona questa ondata di violenza, non lasciatevi rubare la speranza, che può solo aiutarvi a sognare un futuro migliore. Come ha affermato Papa Francesco nel suo messaggio per la LVIII Giornata Mondiale della Pace: “Il futuro è un dono per superare gli errori del passato, per costruire nuovi cammini di pace”.

Con l’avvicinarsi della solennità di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, Patrona della nostra patria, chiediamo la sua intercessione affinché otteniamo la pace e la riconciliazione che tanto desideriamo.

P. Renold ANTOINE, C.Ss.R.


Redentoristi ad Haiti

Il prossimo settembre 2025 i Redentoristi celebreranno 96 anni di missione ad Haiti. Dal 1929, i Missionari Redentoristi hanno portato il messaggio di amore, speranza e redenzione in ogni angolo del Paese, lavorando instancabilmente per servire le comunità più bisognose.