Il più grande attentato all’ecologia è la negazione che stiamo promuovendo nei confronti dei poveri, dei loro diritti, della loro terra e del loro futuro.
1 ottobre 2025, Francisco Javier Caballero, CSsR
Siamo al decimo anniversario della Lettera Enciclica di Papa Francesco, Laudato si’. Sembra incredibile, ma è già passato un decennio dalla sua proclamazione e 800 anni dal testo originale di Francesco d’Assisi che l’ha ispirata. Questa ricorrenza mi suscita alcune domande che vorrei condividere in questo mese di ottobre, vero inizio del nostro corso pastorale.
La prima è che siamo in un periodo di anniversari. Un periodo di ricordi. Ed è bene avere memoria per scoprire che non stiamo improvvisando e che gran parte delle nostre intuizioni trovano sostegno nel tempo e nella fedeltà dei tempi. Per renderci conto che la novità non è tanto il cambiamento delle cose, quanto la vita nella loro intensità. Per questo seguire Gesù è sempre nuovo e originale quando, con fedeltà, ricrea il discepolato sincero e l’adesione del cuore.
La seconda, soprattutto per coloro che sono più scettici riguardo alla Laudato si’, che ci sono e continuano ad esserci, è che la cura della casa comune, l’ecologia della cura e l’armonia del creato non sono argomenti o trovate della nostra epoca contemporanea. Sono principi della nostra esperienza di fede, come ben testimonia il Santo di Assisi. La migliore cura dell’ecologia integrale è il riconoscimento della persona e delle sue possibilità di sviluppo in comunione e fraternità. Aspetti che, come ben sappiamo, sono gravemente minacciati dalla nostra incoerenza sostenuta da un progresso apparente. Il più grande attacco all’ecologia è la negazione che stiamo promuovendo nei confronti dei poveri nei loro diritti, nella loro terra e nel loro futuro. Il sacro dono della creazione è minacciato dall’inquinamento, naturalmente, ma anche dalla polvere da sparo, dalla fame, dalla sete, dalla negazione della casa comune e, ovviamente, dalla morte.
Il terzo è che, prima di tutto, l’Enciclica che ricordiamo è un bellissimo canto di ringraziamento per i doni ricevuti che non sono merito nostro, ma un dono immeritato. La grazia della creazione è il riconoscimento di uno spazio di vita e per la vita alla creatura più amata dal Padre, che è l’essere umano. Ci restituisce, quindi, l’esperienza di sapere di essere curati e guardati con amore. E, inoltre, con il messaggio inequivocabile che, affinché ciò avvenga, dobbiamo essere capaci di goderne insieme, con solidarietà e fraternità, con una vita condivisa e curata.
Un anniversario, infatti, può essere una data da lasciar passare. Da menzionare in una celebrazione e non ripensarci più… Ma può anche essere un’occasione per risvegliare la coscienza e renderci responsabili di non camminare da soli e dall’egoismo di prendersi cura solo della propria storia. Il miglior segno di conversione ecologica è rendere la propria vita uno spazio di comunione, di condivisione, di possibilità celebrate insieme, di abbraccio, misericordia e perdono. Il miglior canto ecologico non è dipingere l’orizzonte “di verde”, è guardarci negli occhi con la consapevolezza di essere fratelli.
(revistaicono.org)



