Messaggio di Pasqua del Superiore Generale

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1987

TESTIMONI DEL REDENTORE:

Solidali per la missione in un mondo ferito

 

Con la totale dedicazione alla missione di Cristo, i congregati partecipano all’abnegazione della croce del Signore, alla sua verginale libertà di cuore e alla sua completa disponibilità per la salvezza del mondo. Perciò, mentre annunziano la vita nuova ed eterna, devono essere davanti agli uomini segni e testimoni della potenza della risurrezione di Cristo. 

Costituzione 51

Cari Confratelli, Sorelle, Compagni nella Missione, Associati ed amici:

Mentre celebriamo I grandi misteri della nostra redenzione durante la Settimana Santa e la Pasqua, è una grande gioia salutarvi e offrire queste brevi riflessioni. Il n. 51 della nostra Costituzione ci mostra il cuore della nostra vocazione missionaria – siamo chiamati a partecipare pienamente e con tutto il cuore al mistero pasquale di Gesù Nostro Redentore in modo da diventare segni viventi e testimoni profetici del potere della resurrezione!

I Vangeli ci ricordano con forza che il potere della resurrezione non cancella le ferite della crocifissione. Gesù continua a portare questi segni sul suo corpo, e nella sua anima. Egli invita Tommaso a toccarli, a mettere la sua mano nel suo lato ferito. Come ci ricorda il Tema per questo sessennio , è in questo mondo ferito che siamo chiamati a testimoniare la potenza della resurrezione per guarire e trasformare, ed accompagnare coloro che soffrono con compassione.

All’inizio della Settimana Santa siamo stati confrontati con la notizia degli attacchi terroristici in Egitto, susseguiti all’attacco a Stoccolma, e alla notizia degli attacchi chimici e  ai raid aerei in Siria, e alla violenza in così tante parti di questo mondo ferito. Ucraina, Venezuela, Filippine, Congo, Siria, Iraq  e tanti altri luoghi ci chiamano ad una nuova solidarietà nella missione tra gli uomini di buona volontà. La paura dei rifugiati e degli emigranti in Europa, negli Stati Uniti, in Australia e  tra tante altre nazioni, chiede di non costruire mura per tenere fuori la gente, ma per una testimonianza profetica per la compassione e per l’accoglienza.

Il potere della risurrezione non ci ‘salva’, come per magia o miracolo, da un mondo ferito che noi  chiamiamo casa. Piuttosto, l’esperienza della resurrezione di Gesù ci dà la forza di abbracciare questo mondo con compassione, di accompagnare coloro che soffrono con speranza e comprensione, e di stringere nuovi legami di solidarietà tra di noi e con gli abbandonati ed i poveri. Sono le ferite del redentore stesso che noi tocchiamo nelle ferite del mondo. E il Redentore tocca anche le nostre  ferite per la guarigione e la pace.

Come le donne nel Vangelo alla Veglia della Pasqua, noi siamo ‘impauriti  ma molto felici’ in quanto andiamo ad annunciare il potere della resurrezione a tutte le sorelle ed i fratelli. Possa la sua pace e la sua gioia toccarci e trasformare tutti noi! Possa Maria, nostra madre e nostro Perpetuo Soccorso, accompagnarci in questo viaggio di profetica testimonianza!

Auguro a tutti voi una benedetta e gioiosa Pasqua.

Vostro fratello nel Redentore,

Michael Brehl, C.Ss.R.

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