Quando sembra che non succeda nulla…

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(dall’editoriale della Rivista Icono)

L’ambiguità della vita ci porta a pretendere cose semplici dagli argomenti più complessi. È uno dei segni di questa società obesa e soddisfatta che abbiamo configurato.

Anche noi cristiani siamo in quella ricerca dell’essenzialità. Cosa sarà più urgente in questo momento storico? Cosa significheremo e di cosa ci preoccuperemo? Cosa possiamo smettere di fare per evitare di aumentare ulteriormente la fatica?

Ci sono momenti e fasi della vita in cui sembra che non succeda nulla. Sono quei momenti in cui, a mio avviso, possiamo ricercare meglio l’essenzialità senza motivazioni esterne, senza pretesti o senza stimoli che spesso ci portano fuori dalla normalità. Conquistare la verità nella vita quotidiana rende autentica non solo la nostra persona, ma anche l’essenzialità della fede. Credere, accogliere il passaggio di Dio nel susseguirsi dei giorni, ci permette di apprendere un esercizio di fedeltà che, senza dubbio, ci avvicina all’autenticità.

La chiave è convivere con l’arte. Offri la vita. Ricreatela e apritela affinché, in essa, possiamo accogliere gli altri come dono, insegnamento e opportunità. Il primo passo è abbracciare la normalità e mettere così a tacere l’accumulo di rumori con cui spesso riempiamo ciò che comprendiamo per credere.

Spesso possiamo ridurre il nostro impegno di discepoli a una successione di atti esterni, vivendo e mostrandoci solo per essere visti e sollecitati non tanto dalla chiamata di Gesù, ma dalla chiamata del nostro desiderio di protagonismo.

Non c’è dubbio che celebriamo in comunità ciò che sperimentiamo nella privacy. Una celebrazione è un’autentica espressione di fede quando condividiamo ciò in cui crediamo. È, al contrario, una vera opera teatrale quando ci preoccupiamo solo del nostro luogo, del nostro aspetto o del suo risultato estetico. Se alla vita personale manca l’abbraccio della normalità, ciò non è meno vero che lo stesso vale per le nostre assemblee, gruppi e comunità…. Il grido di essenzialità che tutti condividiamo nella Chiesa è spesso offerto dall’essere schiavi di misure assolutamente estetiche e vuote.

Mi piace pensare a me stesso come un discepolo. A volte all’oscuro e sempre innamorato. E mi piace farlo guardando il Maestro. Contemplandolo. Cercando non solo di seguire le sue orme ma di comprendere il suo cuore. Mi fa piacere e ho bisogno di quel silenzio accanto a Gesù. Senza ulteriori indugi, silenzio in Lui e con Lui. Proprio lì si scatena dentro di me un immenso desiderio di comunità. Per raccontare e condividere con gli altri le verità che non hanno bisogno di un testo. Coloro che riescono a cambiare il cuore perché hanno la forza di essere vita e il desiderio di vivere del Vangelo. Queste sono le radici profonde del cambiamento. Colui che crea comunione e fraternità. Colui che rende possibile una Quaresima davvero nuova, l’unica che hai davanti per scoprire Dio. Eppure tutto questo accade quando sembra che non stia succedendo nulla. Tu semplicemente vai attraverso… e lascia che Lui ti attraversi.

Francisco Javier Caballero, CSsR


Per avere informazione sulla rivista:

Revista Icono

Mensile, rivista mariana, familiare, missionaria
(fondata nel gennaio 1899).
A cura dei Missionari Redentoristi della Provincia di Madrid.

http://revistaicono.org/

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