Questa economia è insostenibile

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credit: geralt, pixabay.com

Post del Prof. Martin Carbajo-Núñez, OFM, pubblicato sul Blog dell’Accademia Alfonsiana. Il testo originale: inglese.

Durante il Medioevo e l’epoca del mercantilismo (XV-XVIII secolo), le economie erano strutturate intorno al controllo della terra e delle risorse naturali. La ricchezza era associata all’accumulo di oro e argento come mezzo per aumentare il potere nazionale, ma non c’era una chiara priorità alla crescita economica costante[1].

L’insostenibilità di una crescita materiale senza fine

L’enfasi sulla crescita è iniziata due secoli fa con la Rivoluzione industriale e il consolidamento del capitalismo, sostenuto da economisti come Adam Smith, David Ricardo e successivamente John Maynard Keynes. Nel XX secolo, il PIL (Prodotto Interno Lordo) è diventato la misura principale dell’attività economica e del progresso nazionale.

Oggi, una caratteristica distintiva delle economie di mercato è la loro dipendenza da una crescita economica continua, essenziale per evitare un’elevata disoccupazione e un calo degli investimenti. Per mantenere questa crescita, i produttori devono convincere i consumatori ad acquistare quantità sempre maggiori dei loro prodotti. L’economia di mercato collasserebbe se i consumatori smettessero di comprare. Il problema principale dell’economia di mercato è che una crescita perpetua e illimitata è logicamente impossibile in un mondo finito con risorse limitate.

Stimolando i desideri illimitati degli individui invece di concentrarsi esclusivamente sui bisogni, l’attuale sistema economico ha creato un’insoddisfazione cronica. Questo sistema richiede una crescita economica continua e accelerata per soddisfare questi desideri e i debiti che sia lo Stato che gli individui contraggono costantemente. Senza crescita, il sistema collasserebbe. Tuttavia, questa crescita accelerata, ora ritenuta indispensabile, sta esaurendo le risorse del pianeta.

Secondo la Banca Mondiale, negli ultimi decenni l’economia globale è cresciuta a un tasso medio annuo di circa il 3%. Ciò significa che il PIL mondiale raddoppia ogni 25 anni, moltiplicando la produzione annuale per 20 in 100 anni e per 40 in 125 anni. Per raggiungere questa rapida crescita, “l’estrazione di risorse è più che triplicata dal 1970”, ed entro il 2060 l’uso globale di materiali potrebbe raddoppiare a 190 miliardi di tonnellate da 92 miliardi, mentre le emissioni di gas serra potrebbero aumentare del 43%. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) conclude che “stiamo divorando le risorse della Terra a un ritmo insostenibile”[2].

Un’economia basata sui desideri piuttosto che sui bisogni reali

Le risorse naturali sono limitate ma sufficienti se le usiamo e le gestiamo con saggezza. Tuttavia, dando la priorità alla crescita del PIL come indicatore primario del progresso, sono stati promossi il consumismo e l’insoddisfazione. Non ci saranno mai abbastanza risorse per gli spendaccioni compulsivi. La definizione di economia è cambiata: prima mirava a soddisfare i bisogni con risorse limitate; ora cerca di soddisfare i desideri con risorse scarse. Dimentichiamo che le risorse limitate possono essere sufficienti a soddisfare i bisogni, che sono anch’essi limitati, a differenza dei desideri.

Questa razionalità economica propone l’assioma della non sazietà, dove il di più è sempre visto come migliore del di meno e la soddisfazione non è mai veramente raggiunta. I consumatori credono che avere di più sia meglio che avere di meno e che consumare più beni porti più utilità. Non sono mai abbastanza soddisfatti da smettere di desiderare di più, anche se questo desiderio può diminuire con l’accumularsi dei beni.

Conclusione

Abbiamo bisogno di una nuova economia che si concentri sui bisogni reali delle persone, non sui loro desideri, e che miri a garantire che tutti abbiano abbastanza per vivere dignitosamente, proteggendo al contempo l’ecosistema. Questa economia dovrebbe cercare di garantire la piena occupazione, poiché il lavoro è essenziale per la realizzazione personale e la costruzione della comunità.

Guadagnare sempre più denaro non deve essere l’obiettivo primario, nemmeno per le imprese commerciali. La redditività deve essere un mezzo per consentire all’azienda di svolgere la propria funzione sociale. La crescita deve sostenere questi obiettivi, non essere fine a se stessa.

La vera crescita aiuta a superare le disuguaglianze sociali e aumenta la felicità, che è sempre legata ai beni relazionali. L’obiettivo è rendere il mondo una casa accogliente, dove tutti abbiano ciò di cui hanno bisogno e possano prendersi cura gli uni degli altri come fratelli e sorelle.

[1] Questo testo fa parte di una conferenza tenuta dal prof. M. Carbajo Núñez a Spalato, Croazia, il 20 agosto 2024.

[2] https://www.unep.org/news-and-stories/story/were-gobbling-earths-resources-unsustainable-rate#:~:text=Resource%20extraction%20has%20more%20than,increase%20by%2043%20per%20cent