L’articolo di Marco Morganella, pubblicato sul Blog dell’Accademia Alfonsiana. La serie sulle parole-chiave del Giubileo 2025: Pellegrinaggio – Post 1/2.
E cos’è allora vivere?
La speranza di venire alla luce del tutto
e darne (rac)conto al mondo[1].
“Pellegrini di Speranza”[2] è il motto con cui papa Francesco ha indetto il giubileo che si sta vivendo, appuntamento di grazia che toccherà la vita di fede di tanti cristiani. Tale evento si è inaugurato, come antichissima tradizione, all’inizio della celebrazione della Notte di Natale, dove il pontefice, seppur avvolto nella sua fragilità e stando seduto in sedia a rotelle ha aperto la Porta Santa della Basilica di San Pietro.
Sono tanti i segni e le parole che esprimono il giubileo, ma una costante che sempre lo contraddistingue, seppur le vie di comunicazioni sono cambiate, è dettata dal moto di donne e uomini che si mettono in cammino per accordare testa e cuore alla grazia di Dio: ovvero il pellegrinaggio.
Oggi come ieri, nel cuore del credente quando si intraprende un pellegrinaggio, ci sono tante motivazioni come sentimenti di affidamento al Signore, richieste di grazia per situazioni famigliari particolari, per ricercare e ritrovare il senso della vita che a volte si smarrisce. In modo particolare è un uscire dall’ordinarietà della propria vita ed entrare in un tempo “straordinario” che apre il cuore e la mente ad orizzonti e vette nuove che non si è ancora sperimentati nel cammino della propria storia. Il cammino, passo dopo passo, diviene condizione esistenziale attraverso cui ogni coscienza può affrontare l’“odissea” della propria vita e riscoprire la tanta attesa Itaca[3], ritrovandosi nel porto sicuro dopo il comune naufragio[4]. La domanda che sorge spontanea è: qual è la meta attesa e che attende ogni pellegrino durante l’Anno Santo che stiamo celebrando?
Molte volte quando si intraprende un pellegrinaggio ci si dirige verso luoghi simbolo della fede, dove in un momento puntuale della storia Dio dalle soglie dell’eternità si è incarnato ancora una volta nella storia umana per mezzo di uomini e donne che lo hanno testimoniato attraverso la loro vita, infiammando e invigorendo la fede di tanti credenti. Con il giubileo la meta preparata per ogni pellegrino è la Porta Santa ovvero il luogo in cui il cuore di Dio si manifesta come baluardo di redenzione, ridonando una vita “nuova” che lavata dalla macchia del dolore del peccato si fa breccia di infinto.
Così facendo il pellegrinaggio giubilare diviene un cammino che conduce a varcare la Porta Santa, un vero e proprio Esodo in cui si passa dalla schiavitù del peccato alla libertà dei figli di Dio, riscoprendosi amati e amanti di un Amore che si fa tenero e che si propone come nuovo inizio: sobbalzo di umanità e eternità nuova in ogni cuore.
Il pellegrinaggio che durante quest’Anno Santo ogni credente è chiamato a compiere non si svolge solo in solitaria, ma tocca anche le corde comunitarie dove si scopre la bellezza del camminare insieme, sostenendosi a vicenda nell’anelare alla speranza di Cristo Gesù che è morto e risorto per tutta l’umanità.
I cristiani vivono di una vita spirituale che si completa solo mediante l’appartenenza ad una comunità, luogo dove si invera la propria vita di fede, seppur nei limiti e circostanze che caratterizzano il camminare insieme. Pertanto, come afferma papa Francesco nel messaggio per l’inizio della Quaresima i «cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari»[5]. Così facendo ci si incammina insieme non solo con la certezza che la speranza non delude (Rm 5,5), ma assumendo sempre più ciò che la Chiesa vive come sua profonda vocazione, ossia diventare comunità cristiane che fanno proprio lo stile sinodale[6].
Il pellegrinaggio personale e comunitario attraverso queste coordinate fa fiorire e maturare nelle coscienze una stagione nuova di credenti in Gesù che animati dallo Spirito Santo incarnano nella loro vita ciò che suggerisce San Paolo, ovvero il gareggiare nello stimarsi a vicenda (Rm 12,10). In tal modo si può giungere a varcare le soglie della misericordia di Dio con la consapevolezza che solo stando insieme ci si salva perché voltandosi indietro ci si accorge che a tale appuntamento non manca nessun fratello e sorella della propria comunità con il quale ho imparato a “pellegrinare” insieme.
[1] A. D’Avenia, Resisti, cuore. L’odissea e l’arte di essere amati, Mondadori, Milano 2023.
[2] Francesco, Spes non confundit, Bolla di Indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025, in https://www.vatican.va/content/francesco/it/bulls/documents/20240509_spes-non-confundit_bolla-giubileo2025.html
[3] A. D’Avenia, Resisti, cuore. L’odissea e l’arte di essere amati, Mondadori, Milano 2023.
[4] Cf. Supplica alla Madonna di Pompei, in https://www.famigliacristiana.it/articolo/il-testo-della-supplica-alla-madonna-del-rosario-di-pompei.aspx
[5] Francesco, Messaggio per la Quaresima 2025, in https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2025/02/25/0151/00312.html
[6] Cf. Francesco, Messaggio per la Quaresima 2025.