Indulgenza: dono di grazia che non conosce confini

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(foto: pixabay.com)

L’articolo di prof. Antonio Donato CSsR, pubblicato sul Blog dell’Accademia Alfonsiana nella serie sulle parole-chiave del Giubileo 2025

Tra le parole chiave che caratterizzano il Giubileo come momento forte nella vita della Chiesa e come evento sociale vi è certamente l’indulgenza: «una tra le varie forme attraverso cui la grazia del perdono» continua a riversarsi «con abbondanza sul santo Popolo fedele di Dio» (cf. Spes non confundit, n. 5). Viverla permette, infatti, «di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio», e «non è un caso – come evidenzia papa Francesco nella Bolla d’indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 – che nell’antichità il termine “misericordia” fosse interscambiabile con quello di “indulgenza”, proprio perché esso intende esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini» (cf. Ibid., n. 23).

Ci piace pensare – e troviamo conferma di ciò nei passaggi iniziali delle disposizioni emanate dalla Penitenzieria Apostolica per l’ottenimento dell’indulgenza plenaria nell’Anno Santo 2025 – che prima ancora di “darsi” come “pratica” l’indulgenza va “compresa” e “sperimentata” come un “dono di grazia”. Da qui l’impegno, potremmo dire pastorale, nonché morale, di «spronare gli animi dei fedeli a desiderare ed alimentare il pio desiderio di ottenere l’indulgenza» quale «dono unico, ottenuto in virtù della mediazione della Chiesa» (cf. Norme sulla Concessione dell’indulgenza Giubilare) che in virtù del potere di legare per sciogliere interviene a favore del fedele in Cristo dischiudendogli il tesoro dei meriti del Figlio di Dio e dei santi affinché ottenga dal Padre misericordioso la remissione delle pene temporali conseguenza, accanto alla pena eterna, del peccato (cf. CCC, n. 1478)

Se compresa nel contesto che le è proprio, ovvero il Sacramento della penitenza e riconciliazione (cf. CCC, nn. 1471-1479) appare a noi evidente che anche l’indulgenza è da intendersi, accanto ad altri, quale “mezzo” di santificazione personale e comunitario nel cammino di vita cristiana, «che ha bisogno – come sottolinea Francesco – anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza, insostituibile compagna che fa intravedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù» (Spes non confundit, n. 5). Ci sembra allora che il pio desiderio di ottenere l’indulgenza, sopra ricordato, trova radice fondante e forza movente nel più alto desiderio di perfezione e santità che da una parte, come scrive Alfonso M. de Liguori (1696-1787) nella Pratica di amar Gesù Cristo, «dà la forza di camminare» e «dall’altra alleggerisce la pena del cammino» (cf. cap. VIII, n. 9). Per tale motivo, evidenzia ancora il de Liguori, «chi veramente desidera la perfezione non lascia mai di andare avanzandosi in quella; e se non lascia, finalmente vi arriverà. All’incontro chi non la desidera sempre andrà in dietro, e sempre si troverà più imperfetto di prima» (Ibid.). «Allorché dunque abbiamo buoni desideri, bisogna che ci facciamo animo e, fidati in Dio, procuriamo di metterli in esecuzione» (Ibid., cap. VIII, n. 11) perché «Dio è immensamente buono con chi lo cerca di cuore. Né i peccati commessi ci possono impedire di farci santi, se veramente desideriamo di farci santi» (Ibid.).

Questa luce permette a nostro modesto giudizio di “riandare” al cuore dell’indulgenza giubilare – quale passo (di ritorno) per (ri)scoprire l’illimitata e incondizionata misericordia di Dio che sempre chiama (cf. Spes non confundit, n 23) – e di “ricogliere” il significato valoriale inscritto in ciò che nella “pratica” è indicato come necessario per il suo ottenimento, ovvero «oltre l’esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale», l’impegno ad «eseguire l’opera indulgenziata e adempiere tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice» (cf. Enchiridion Indulgetiarum, norma n. 20, §1). 

Tali disposizione e condizioni possono essere “semplicemente compiute”, e ciò non esclude la possibile elargizione dell’indulgenza solamente parziale (cf. norme, n. 7), o, come chiarisce papa Paolo VI, “pienamente vissute” nella prospettiva di un «uso salutare delle indulgenze» che «tanto per ricordare le cose più importanti, insegna in primo luogo quanto sia “triste e amaro l’aver abbandonato il Signore Dio”» e dice ancora «quanto intimamente siamo uniti in Cristo gli uni con gli altri e quanto la vita soprannaturale di ciascuno possa giovare agli altri, affinché anche questi più facilmente e più intimamente possano essere uniti al Padre. Pertanto l’uso delle indulgenze eccita efficacemente alla carità e la fa esercitare in modo eminente, allorché viene offerto un aiuto ai fratelli che dormono in Cristo» (Indulgentiarum doctrina, n. 9). Chiarisce sempre il Papa Santo, che fine e compito della Chiesa «nella elargizione delle indulgenze, è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene del peccato, ma anche di spingere gli stessi a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all’incremento della fede e al bene comune. Se poi i fedeli offrono le indulgenze in suffragio dei defunti coltivano in modo eccellente la carità e, mentre elevano la mente al cielo, ordinano più saggiamente le cose terrene» (Ibid., n. 8).

…al teologo-pastore l’impegno di tradurre nell’oggi tale ricchezza di significato-valore personale e comunitario della realtà dell’indulgenza…

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Bibliografia di riferimento e per l’approfondimento

Magistero

Paolo VI, Indulgentiarum doctrina, Constitutio apostolica Sacrarum Indulgentiarum recognitio promulgatur (1.1.1967), in AAS 59/1 (1967) 5-24.

Giovanni Paolo II, «Incarnationis Mysterium, Bolla apostolica per l’indizione del Grande Giubileo dell’anno 2000», (29.11.1988), in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XXI/2 (1998), LEV, Città del Vaticano 2000.

Francesco, Misericordiae vultus, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia (11.04.2015), in AAS 107/5 (2015) 399-420.

–––, Spes non confundit, Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 (9.05.2024), LEV, Città del Vaticano 2024.

Penitenzieria Apostolica, Manuale delle Indulgenze. Norme e concessioni, LEV, Città del Vaticano 19994.

–––, «Norme sulla concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo Ordinario dell’anno 2025 indetto da Sua Santità Papa Francesco», (13.05.2024) in Dicastero per l’Evangelizzazione. Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo (ed.), Giubileo 2025. Testi Liturgici. Norme sulla Concessione dell’Indulgenza Giubilare, Tipografia Vaticana, Città del Vaticano 2024; cf. https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico /2024/05/13/0392/00808.html#ita [accesso: 6.10.2024].

Catechismo della Chiesa Cattolica, LEV, Città del Vaticano 2017.

Il Codice di Diritto Canonico. Commento giuridico-pastorale, ed. L. Chiappetta, Dehoniane, Roma 19962.

Libri

Fisichella R., Il Giubileo della speranza. Antichi e nuovi segni, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2024.

Grillo A. – Catella A., Indulgenza. Storia e significato, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1999.

Contributi

Fisichella R., «L’indulgenza giubilare», in Id., I segni del Giubileo, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1999, 113-126.

Dizionari ed Enciclopedie

Gervais J.-M., «Indulgenza», in Penitenzieria Apostolica – M. Sodi – K. J. Nykiel – N. Reali (edd.), Peccato, Misericordia, Riconciliazione. Dizionario Teologico-Pastorale, LEV, Città del Vaticano 2016, 202-210.

Palazzini G., «Indulgenza», in F. Roberti – P. Palazzini (edd.), Dizionario di teologia morale, Studium Edizioni, Roma 19684.

Rahner K., «Indulgenza», in Id., Sacramentum mundi. Enciclopedia teologica, IV, Morcelliana, Brescia 1975, 518-532.