Il Signore che ci istruisce a ravvivare il dono di Dio che abita in noi

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Lettera del Padre Generale per la Solennità di Pentecoste

Come cristiani e persone consacrate, crediamo che lo Spirito del Signore è su di noi, ci anima nella missione del Redentore che ravviva in noi e nel mondo il dono di Dio? Con questa domanda, padre Rogerio Gomes invita tutta la famiglia redentorista a riflettere sulla realtà della Pentecoste nella nostra vita.

Lo Spirito Santo che ci accompagna fin dall’inizio

L’assistenza dello Spirito Santo è evidente nella storia della nostra Congregazione. Da qui nasce la nostra speranza anche oggi che, grazie alla sua azione, la sua opera continuerà fino alla fine, anche se ci saranno venti contrari o chi cercherà di fermarla (cfr. At. 5,38-39). Con il suo incoraggiamento e la sua armonia, la Congregazione prende forma nel processo di ristrutturazione per non deviare dal suo carisma e rimanere fedele alla sua missione, scrive il Padre Generale nella sua lettera per la Solennità di Pentecoste.

Lo Spirito Santo ci rende capaci per la missione

Quella fedeltà creativa richiede che tutti i membri professi, gli associati e i collaboratori si sforzino continuamente di essere “liberi e fedeli a Cristo”, con un profondo senso di appartenenza e disponibilità alla missione. La Congregazione, nella persona di ogni confratello e di tutti coloro che sono associati alla nostra missione, con la sua multiculturalità e creatività, è una Pentecoste che annuncia il sorriso redentore di Dio all’umanità, specialmente ai più poveri e abbandonati.

Lo Spirito Santo ci rinnova e ci fa crescere nella nostra vocazione.

La Pentecoste è per noi un invito per ciascuno di noi a uscire dai muri che ci proteggono dalla paura e ci impediscono di scorgere altri orizzonti, che ci impongono di usare linguaggi nuovi per comunicare l’esperienza del mistero pasquale di Cristo, che ha trasformato la vita delle prime comunità ed è giunto fino a noi attraverso la testimonianza della fede. È un nuovo modo di intendere la missione di Gesù.

Il Padre Generale ricorda il ruolo della formazione permanente nel processo di conversione personale e di crescita nella comprensione della consacrazione religiosa. La Costituzione Generale 90 parla di questa formazione permanente nella prospettiva della missione: “I Redentoristi saranno missionari efficienti nella misura in cui sapranno migliorare ogni giorno la loro attività missionaria e accompagnarla più strettamente con un rinnovamento continuo della loro vita spirituale, scientifica e pastorale (…)”.

In conclusione, il Padre Generale rivolge i suoi saluti e il suo incoraggiamento a tutta la famiglia redentorista:

Per mezzo del suo Spirito Santo, il Signore ci istruisce a ravvivare in noi stessi il dono della missione, perché siamo “Missionari di speranza sulle orme del Redentore”. Insieme a Maria, nostra Madre del Perpetuo Soccorso, e accompagnati dai nostri Santi, Beati, Martiri e Venerabili, facciamo delle nostre comunità religiose, delle nostre azioni pastorali e dell’intera Congregazione dei cenacoli che irradiano creatività pastorale, audacia missionaria e la gioia di abbracciare la missione del Redentore in questo mondo in cui viviamo con le sue gioie e i suoi dolori (cfr. GS,  1) comunicare in Egli la gioia del Vangelo (cfr. EG, 1) che ci viene dallo SpiritoChe lo Spirito del Signore sia su ciascuno di noi.


Leggi il testo completo:

Prot. N.: 0000   093/2024
Roma, 19 maggio 2024
Solennità di Pentecoste

Missionari della Speranza sulle orme del Redentore 
ANNO DEDICATO ALLA FORMAZIONE PER LA MISSIONE
Il Signore che ci istruisce a ravvivare il dono di Dio che abita in noi

Cost. 77-90, SG. 050-085; Mt 10,5-15, Lc. 9,1-6, 2 Tm. 1,6

«Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio» (Gv 15,26-27).

Cari confratelli,
Formandi, 
Laici associati alla nostra missione e Oblati Redentoristi,
Gioventù Missionaria Redentorista (PGVR),
Ex seminaristi redentoristi,
Famiglia Redentorista;

  1. Certo, possiamo celebrare la Pentecoste con le parole di Gesù pronunciate nella sinagoga di Nazareth come programma missionario: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore” (Lc. 4,18-19). Come cristiani e persone consacrate, crediamo che lo Spirito del Signore è su di noi, ci anima nella missione del Redentore che ravviva in noi e nel mondo il dono di Dio? Se non crediamo in questo, non saremo in grado di sopportare le difficoltà del mondo e la nostra testimonianza sarà sterile. Lo Spirito del Signore è su ognuno di noi… Siamo chiamati ad essere la luce del mondo! (Communicanda 1/2024).
  2. Dalla fondazione della Congregazione, lo Spirito Santo, il Consolatore, ci ha assistito e continuerà a farlo. La sua opera continuerà fino alla fine, anche se ci saranno venti contrari o chi cercherà di fermarla (cfr. At. 5,38-39). Con il loro incoraggiamento e la loro armonia, la Congregazione prende forma nel processo di ristrutturazione per non deviare dal suo carisma e rimanere fedele alla sua missione. Ciò esige da parte di ogni professo, di tutti gli uomini e le donne che attingono alla nostra spiritualità, uno sforzo costante non per fare della Congregazione un’opera a loro immagine e somiglianza, ma per essere “liberi e fedeli in Cristo” (cfr. Gal. 5,1) con un profondo senso di appartenenza e disponibilità alla missione. Se vogliamo possedere la Congregazione, perdiamo il senso della missione e ci allontaniamo dal carisma, e a poco a poco questo si indebolisce perché non permettiamo alla novità dello Spirito di toccare tutte le dimensioni della nostra vita apostolica. La Congregazione, nella persona di ogni confratello e di tutti coloro che sono associati alla nostra missione, con la sua multiculturalità e creatività, è una Pentecoste che annuncia il sorriso redentore di Dio all’umanità, specialmente ai più poveri e abbandonati.
  3. L’esperienza della Pentecoste è stata un nuovo modo di intendere la missione di Gesù. Esigeva che tutti si aprissero e lasciassero la sicurezza del proprio mondo per imparare di nuovo le nuove cose dello Spirito. Così, la Pentecoste è per noi un invito per ciascuno di noi a uscire dai muri che ci proteggono dalla paura e ci impediscono di scorgere altri orizzonti, che ci impongono di usare linguaggi nuovi per comunicare l’esperienza del mistero pasquale di Cristo, che ha trasformato la vita delle prime comunità ed è giunto fino a noi attraverso la testimonianza della fede. È un nuovo modo di intendere la missione di Gesù. Abbiamo ricevuto questo tesoro, che non può rimanere con noi, ma deve essere condiviso attraverso l’opera missionaria della Congregazione (cfr. Capitolo I, Cost. 3-20). Come portiamo avanti l’esperienza della Pentecoste dove siamo come presenza missionaria? Com’è il nostro rapporto con il mondo e con gli uomini e le donne di oggi? Quali muri dobbiamo abbattere? Quali porte e finestre dobbiamo aprire perché la nostra missione possa essere compiuta?
  4. Per abbattere muri, aprire nuove finestre e porte, abbiamo bisogno di strumenti di lavoro e chiavi per farlo. Tutto questo lo ritroviamo nei cenacoli delle nostre comunità e nei vari aspetti della formazione permanente. Grazie alla formazione permanente, possiamo ricevere i doni dello Spirito: sapienza, intelligenza, consiglio, forza, conoscenza, pietà e timore di Dio. Inoltre, si tratta di una “manifestazione dinamica di conversione personale, di comprensione e di approfondimento della nostra consacrazione come risposta di discepoli al Signore che chiama e al nostro impegno per la sua missione per il Popolo di Dio” (cfr. Lettera per l’anno dedicato alla Formazione per la Missione, n.9, Prot. N. 0000 052/2024). 
  5. La Costituzione 90 ci ricorda questo: «I Redentoristi saranno missionari efficienti nella misura in cui sapranno migliorare ogni giorno la loro attività missionaria e accompagnarla più strettamente con un rinnovamento continuo della loro vita spirituale, scientifica e pastorale. Perciò ognuno cerchi di ravvivare e arricchire il proprio ministero con lo studio assiduo delle scienze divine e umane e col rapporto scambievole coi confratelli. Il Superiore (Vice) Provinciale, da parte sua, deve promuovere l’aggiornamento continuo nella formazione di tutti i suoi confratelli, per mezzo di appositi istituti o corsi di teologia e pastorale, o facendo loro frequentare corsi nelle varie facoltà e nei congressi regionali o nazionali. Inoltre, la nostra Congregazione, per imitare il suo Fondatore e rispondere sempre meglio alla sua vocazione missionaria, si fa promotrice degli studi superiori di scienze sacre».
  6. Per mezzo del suo Spirito Santo, il Signore ci istruisce a ravvivare in noi stessi il dono della missione, perché siamo “Missionari di speranza sulle orme del Redentore”. Insieme a Maria, nostra Madre del Perpetuo Soccorso, e accompagnati dai nostri Santi, Beati, Martiri e Venerabili, facciamo delle nostre comunità religiose, delle nostre azioni pastorali e dell’intera Congregazione dei cenacoli che irradiano creatività pastorale, audacia missionaria e la gioia di abbracciare la missione del Redentore in questo mondo in cui viviamo con le sue gioie e i suoi dolori (cfr. GS,  1) comunicare in Egli la gioia del Vangelo (cfr. EG, 1) che ci viene dallo SpiritoChe lo Spirito del Signore sia su ciascuno di noi.

Fraternamente in Cristo Redentore,

P. Rogério Gomes, C.Ss.R.
Superiore Generale

Testo originale: spagnolo