Spagna, Incontro dei Redentoristi nel monastero di Espino

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(Madrid, 20 settembre 2021) – “Bisogna contemplare il progetto dell’architetto Dio nel suo studio e poi andare in officina per realizzarlo con le nostre celebrazioni e il nostro lavoro”. Lo ha affermato l’arcivescovo Santiago Agrelo, arcivescovo emerito di Tangeri (Marocco), religioso francescano, all’incontro tenuto dai missionari redentoristi nel monastero di Espino (Santa Gadea del Cid, Burgos) dal 13 al 17 settembre 2021.

Quest’anno è stato possibile fare gli esercizi spirituali poiché l’anno scorso la pandemia di Coronavirus lo ha impedito. Hanno partecipato un totale di 22 confratelli di varie comunità e un collaboratore laico. Da evidenziare la presenza dei postulanti e dei diaconi.

Secondo P. Miguel García Leyva, CSsR, “nello sviluppo dei temi spiegati dal Vescovo Santiago Agrelo, ciò che più ha attirato l’attenzione e messo in discussione è stato lo spirito, la vita, l’esperienza di ‘evangelizzato’ che ha trasmesso, sempre sulle fondamenta di Dio, Cristo e lo Spirito Santo”. E ha aggiunto: “È impossibile pensare alla nostra vita cristiana senza il mistero della Trinità”. Per questo, nelle parole di García Leyva, «Agrelo ha tanto insistito per passare da un cristianesimo dell’ideologia (delle norme e dei riti) all’esperienza di vita, all’incontro con Cristo».

“La nostra vocazione è imparare ad essere Gesù Cristo, nel corpo di Cristo, che è la Chiesa. Siamo stati scelti, benedetti, chiamati, inviati… per essere, con Gesù e come Gesù, un luogo di compassione e di misericordia di Dio, l’immagine di Dio in missione”, ha spiegato García Leyva.

identità cristiana

Allo stesso modo, il missionario redentorista, ha riferito altre questioni rilevanti che hanno riflettuto nel monastero di El Espino con Agrelo: “I cristiani hanno bisogno di un’esperienza mistica, trinitaria, ecclesiale. L’identità ci è data da Dio con la sua grazia, dal Figlio con la sua chiamata e dalla Chiesa con il suo riconoscimento”. Con le parole di Santiago Agrelo: “È urgente conoscere l’amore di Dio, ricordarlo, celebrarlo, imitarlo, lasciarsi evangelizzare e convertirsi”. E ha insistito: «Ci siamo dimenticati il nostro modo di credere, sperare e amare, sfigurando il volto di Dio e di Cristo nella sua Chiesa».

L’arcivescovo emerito di Tangeri ha proseguito: “Non si può separare la Chiesa di Cristo, il corpo dal capo. La Chiesa, come progetto di Dio, nasce credendo, ascoltando, imparando e obbedendo… Non si può parlare di Chiesa senza comunione con Dio e con l’umanità”.

E ha concluso: “I destinatari della nostra missione sono i poveri, i sempre esclusi. I poveri e la compassione appartengono al panorama della vita cristiana e religiosa. Riceviamo il Vangelo per i poveri e per portarlo ai poveri. Non possiamo mai smettere di evangelizzarli, solo così possiamo evangelizzare”.

Esercizi spirituali

La dinamica degli esercizi è stata la classica, secondo Miguel García Leyva: celebrazioni in chiesa, conferenze e lavoro personale. Nella Chiesa, ogni giorno, si pregavano le Lodi al mattino, l’ora sesta a mezzogiorno e la celebrazione dell’Eucaristia prima della cena. Le lezioni erano due al giorno: una al mattino e una al pomeriggio. Il resto del tempo, lavoro d’interiorizzazione personale. Il monastero di El Espino ei suoi dintorni facilitano notevolmente questo compito.

“Martedì, invece dell’ora sesta, si è svolta nel nostro cimitero la sepoltura delle ceneri dei PP. Jesús Ibáñez, Cipriano Chaverri and Eulogio Belloso. Ci ha aiutato a rinnovare la nostra memoria storica come inviati e fratelli, e a renderla presente come impegno evangelizzatore”, ha aggiunto.

“Padre Santiago (come viene chiamato) ci ha proposto come tema generale: ‘Evangelizzati, evangelizzare’. E come fulcro illuminante, questa doppia realtà è apparsa in tutti i colloqui: da un lato, la verifica di una Chiesa senza Cristo, un cristianesimo senza Gesù, senza comunità di credenti, senza senso di comunità, senza fede come impegno di combattere il male, l’ideologia (norme, riti, tradizioni, costumi…); e dall’altro la fede e l’esperienza di un Dio-vita creatore, redentore, santificatore; vale a dire, il mistero della Santissima Trinità, la dimensione trinitaria di tutta la vita cristiana, il mistero della follia e dell’eccesso di misericordia con cui Dio ci ha amati”, ha spiegato il missionario redentorista.

I temi trattati sono stati i seguenti: Dio in missione (Dio missionario); Gesù, presenza della compassione di Dio; La comunità religiosa, segno e strumento di Dio in missione; Evangelizzati per evangelizzare; L’amore come stile di vita; Ritorna a Gesù Cristo; Amore di Cristo nella Chiesa; Chiamati ad essere Chiesa per fare Chiesa; Contemplare la Chiesa che dobbiamo essere; Diventare Chiesa; Beato nella speranza. Dopo le lezioni, il predicatore ha invitato al dialogo, e in alcuni momenti è stato davvero chiarificatore. La predicazione liturgica era fondamentalmente incentrata sui salmi e sulle letture del giorno.

Centro de Comunicación Redentorista – Madrid

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