Opere Sociali Redentoriste: Incontro online con il Governo Generale

0
153

«Saluto con gioia tutti i partecipanti a questo incontro online sulle Opere sociali redentoriste, un momento che costituisce una preziosa opportunità di incontro, anche se virtuale, di riflessione e di rafforzamento della nostra missione accanto ai più vulnerabili, che nella tradizione redentorista sono i più poveri e abbandonati». Con queste parole padre Rogério Gomes ha iniziato il suo messaggio ai partecipanti all’incontro online con le Opere Sociali Redentoriste, svoltosi il 22 settembre.

Ha sottolineato che il servizio alla società, volto a restituire vita, giustizia e dignità ai fratelli e alle sorelle, è un compito profondamente missionario. «La bontà non fa distinzioni, non calcola vantaggi; è disinteressata e gratuita. È una forza che umanizza le relazioni, abbatte le barriere del pregiudizio e dell’indifferenza e costruisce ponti di fraternità». Così, ogni atto di bontà diventa partecipazione all’amore redentore di Cristo, testimonianza concreta del Vangelo e impegno verso coloro che soffrono.

Alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa, padre Rogério ha delineato una prospettiva integrale: le opere sociali redentoriste non sono chiamate solo a offrire risposte immediate ai bisogni urgenti dei poveri e degli abbandonati, ma anche ad agire in modo profetico nella denuncia delle ingiustizie, nella promozione di politiche pubbliche inclusive, nella difesa dei diritti umani e nella formazione di cittadini consapevoli e solidali.

Concludendo il suo intervento, ha fatto riferimento all’Anno Giubilare e all’anno dedicato alla Missione Redentorista: «In questo cammino giubilare ricordiamo che la bontà e la bellezza, unite alla speranza, hanno la capacità di salvare integralmente le persone, e le persone trasformate possono salvare il mondo. Per questo motivo, le nostre opere sociali non si limitano a fornire assistenza, ma diventano un vero e proprio annuncio del Vangelo attraverso gesti concreti di cura, solidarietà e giustizia».

All’incontro hanno preso parte circa 50 partecipanti, tra laici e confratelli provenienti da diverse parti del mondo. La moderazione è stata affidata a p. Cristian Bueno CSsR, segretario del Segretariato Generale per l’Evangelizzazione. L’evento è stato un’occasione di conoscenza e di scambio, poiché per la prima volta si è realizzato un incontro specifico con le opere sociali redentoriste.

Leggi il messaggio del Padre Generale >>

Alcuni esempi di opere sociali in diversi paesi del mondo

Le opere sociali promosse dalla Congregazione del Santissimo Redentore (Redentoristi) nascono dal cuore della missione evangelizzatrice: annunciare la Buona Notizia ai poveri e agli abbandonati. In diversi continenti, i Redentoristi hanno avviato iniziative sociali che integrano fede e solidarietà concreta, offrendo risposte ai bisogni più urgenti delle comunità locali.

Africa e Madagascar
In Kenya, Nigeria, Madagascar e Sudafrica, i Redentoristi sostengono progetti educativi e sanitari volti a migliorare la vita delle persone emarginate. Tra le iniziative si segnalano la formazione professionale e tecnica per i giovani nelle aree rurali del Kenya. In Madagascar operano cliniche di maternità e dispensari medici che garantiscono assistenza di base.

Brasile
La Vila São Cottolengo, ospedale filantropico oggi riconosciuto come Centro Especializado em Reabilitação Física, Auditiva e Intelectual (CER-III), si dedica all’accoglienza e alla cura di persone con disabilità multiple e in condizioni di fragilità sociale. A Juiz de Fora (MG), il Centro di Assistenza Sociale Padre Nilton Fagundes Hauck offre servizi psicosociali, incontri socio-educativi e laboratori culturali. Un impegno analogo è portato avanti dal Centro Santíssimo Redentor ad Aparecida, (SP).

India
In Kerala, il Centro di Assistenza Sociale Alphonsian offre cure palliative mobili gratuite per oltre 170 famiglie, servizi di consulenza e assistenza agli anziani. A Mumbai e Nasik il progetto I Will Learn fornisce istruzione non formale a bambini di comunità emarginate, con corsi di inglese, informatica e matematica. La Viceprovincia di Majella, inoltre, accompagna i migranti Adivasi con iniziative culturali e sociali mirate a rafforzare solidarietà e identità comunitaria.

Thailandia
La Sarnelli House, fondata da padre Michael Shea, C.Ss.R., offre accoglienza e assistenza a bambini orfani e colpiti dall’HIV, garantendo cure mediche, istruzione e protezione. A Pattaya, la Fr. Ray Foundation, istituita nel 1974 dal missionario redentorista Raymond Brennan, assicura sostegno a bambini abbandonati, giovani con disabilità e minori in difficoltà, con il motto: “We never turn a needy child away”.

Messico e frontiera USA
Alla frontiera di Reynosa (Tamaulipas) i Redentoristi operano in favore dei migranti con servizi di accoglienza, supporto legale e sostegno materiale. A San Luis Potosí hanno creato spazi comunitari che offrono rifugio e un ambiente sicuro per chi è in viaggio.

Europa
In Polonia, attraverso il Redemptorist Social Services Center, vengono garantiti aiuti concreti a persone in crisi: assistenza abitativa, distribuzione di cibo e vestiario, sostegno legale e sanitario. A Varsavia, i Redentoristi offrono spazi di doposcuola e accoglienza per bambini sfollati a causa della guerra in Ucraina. In Spagna, l’ONG “Acoger y Compartir” organizza trasporti umanitari verso l’Ucraina, coordinati con la parrocchia del Santissimo Redentore di Madrid.

Volontariato internazionale
Il Redemptorist Volunteer Ministries (Provincia di St. Clement) offre a giovani la possibilità di dedicare un anno di servizio in scuole, mense e case di accoglienza, favorendo un’esperienza di crescita umana e spirituale.

Queste opere testimoniano come l’impegno missionario redentorista non si limiti all’annuncio della fede, ma si traduca in un servizio concreto e quotidiano a favore di chi vive ai margini. La solidarietà diventa così espressione viva del Vangelo, incarnato nelle diverse realtà culturali e sociali del mondo.


Messaggio in occasione dell’Incontro Online con le Opere Sociali Redentoriste

  1. Saluto con gioia tutti i partecipanti a questo Incontro Online sulle Opere Sociali Redentoriste, un momento che costituisce una preziosa occasione di incontro, anche se virtuale, di riflessione e di rafforzamento della nostra missione insieme ai più vulnerabili, che nella tradizione redentorista sono i più poveri e abbandonati. Esprimo la mia sincera gratitudine ai confratelli e ai professionisti dei vari ambiti che, con dedizione e generosità, si dedicano ogni giorno al servizio della vita, della giustizia e della dignità dei nostri fratelli e sorelle, perché questo servizio che offriamo alla società è della massima importanza: non si tratta semplicemente di adempiere a un dovere sociale,  Ma è un compito profondamente missionario. Ringrazio anche in modo speciale i traduttori e tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione di questo incontro, facendone uno spazio di comunione e di speranza nel cammino missionario che condividiamo.
  2. Nel romanzo L’idiota c’è una famosa frase attribuita a Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Oggi più che mai questa affermazione risuona forte, perché viviamo in un mondo pieno di bellezza, ma allo stesso tempo profondamente lacerato dalla violenza, dalle guerre, dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze sociali che lo rendono triste e segnato dalla sofferenza. Ispirato da questo pensiero di Dostoevskij, credo che nel contesto delle Opere Sociali Redentoriste possiamo affermare: “Il bene salverà il mondo”. Questa frase risuona nel mio cuore da molto tempo, soprattutto quando ho visitato l’opera sociale Sarnelli House a Nong Khai, in Thailandia, al confine con il Laos, che accoglie bambini orfani che vivono con l’HIV. Quei bambini, privati dei genitori, hanno trovato nel nostro centro una famiglia, un trattamento e la possibilità di vivere con dignità; e mentre guardavo quella realtà ho capito chiaramente che la bontà salverà davvero il mondo.
  3. Penso poi alle diverse opere sociali che svolgiamo in tante parti del mondo: le scuole e gli ospedali in Madagascar; la Fondazione P. Ray, con le sue varie aree di assistenza sociale in Thailandia; le iniziative dedicate ai malati oncologici e le tante opere a favore dei migranti in India; la Villa San Cottolengo; i centri per i dipendenti da sostanze chimiche e i Centri di Assistenza Sociale in Brasile; i centri di attenzione per i migranti e i senzatetto in Nord America; centri per l’infanzia in Indonesia; e tante altre esperienze che ho avuto modo di conoscere. Mi scuso per non poter menzionare tutte le opere sociali che esistono, e riconosco che ce ne saranno anche alcune che non conosco, ma tutte portano il timbro redentorista. 
  4. Queste opere, animate dai Missionari Redentoristi insieme a generosi collaboratori e benefattori, salvano vite e offrono dignità a persone spesso scartate dalla società. Diamo loro il benvenuto. Ed è proprio lì che si rivela la verità di questa convinzione: il bene salverà il mondo.
  5. La gentilezza è la disposizione interiore che ci spinge ad andare incontro all’altro, a riconoscerlo come prossimo e a trattarlo con la dignità che gli è propria come essere umano. Scaturisce da un cuore aperto all’amore e si manifesta in gesti concreti di accoglienza, di ascolto e di solidarietà. La gentilezza non fa distinzioni, non calcola vantaggi, è disinteressata e gratuita. È una forza che umanizza le relazioni, abbatte le barriere del pregiudizio e dell’indifferenza e costruisce ponti di fraternità. In termini biblici, l’esempio per eccellenza della bontà è la parabola del Buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37), in cui un uomo, mosso a compassione, si avvicina al ferito sulla strada, gli guarisce le ferite e gli restituisce la dignità. La gentilezza salva e riporta la vita!
  6. Nella Lettera ai Galati, Paolo presenta la bontà come uno dei frutti dello Spirito (cfr Gal 5,22). Nella prospettiva cristiana, è un riflesso di Dio stesso, che nel suo Figlio Gesù si è fatto vicino ai poveri e agli abbandonati. La bontà manifesta il cuore divino e, al tempo stesso, è chiamata a fiorire nel cuore dell’uomo. Così, ogni atto di bene è partecipazione all’amore redentore di Cristo, testimonianza concreta del Vangelo e impegno verso chi soffre. In questo senso, coloro che prestano servizio, confratelli, collaboratori laici e professionisti, non svolgono semplicemente una funzione lavorativa retribuita, ma svolgono una missione, vivendo la loro vocazione a promuovere la dignità umana. In altre parole, credono che la gentilezza salvi il mondo.
  7. Le nostre opere sociali sono in armonia con le cosiddette opere di misericordia, sia corporale che spirituale. In una prospettiva redentorista, si tratta di salvare la persona in modo integrale, come ci ricorda la Costituzione Redentorista 5: “La missione affidata alla Congregazione di evangelizzare i poveri include la liberazione e la salvezza di tutta la persona umana. I convenuti devono annunciare esplicitamente il Vangelo, essere solidali con i poveri e promuovere i loro diritti fondamentali di giustizia e di libertà, utilizzando i mezzi più conformi al Vangelo e, al tempo stesso, più efficaci”. In questo senso, le opere sociali redentoriste sono un’applicazione del Vangelo nella vita concreta delle persone, portandole dalle periferie esistenziali al centro dell’accoglienza e della cura.
  8. Ogni opera redentorista è chiamata a promuovere i valori sociali inerenti alla dignità della persona umana, che favoriscono il suo autentico sviluppo integrale: la verità, la libertà, la giustizia e l’amore (cfr Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, 197). Oltre all’assistenza concreta che offriamo nei nostri centri, è essenziale generare strategie che risveglino una maggiore consapevolezza della giustizia sociale. Il Compendio della Dottrina Sociale afferma che “la giustizia sociale è un’esigenza legata alla questione sociale, che oggi si manifesta con una dimensione globale; riguarda gli aspetti sociali, politici ed economici e, soprattutto, la dimensione strutturale dei problemi e le relative soluzioni” (n. 201). In questo senso, le opere sociali redentoriste sono chiamate non solo a offrire risposte immediate ai bisogni urgenti dei poveri e degli abbandonati, ma anche ad agire profeticamente nel denunciare le ingiustizie, promuovere politiche pubbliche inclusive, difendere i diritti umani e formare cittadini consapevoli e solidali. Si tratta, quindi, di coniugare la vicinanza concreta ai più vulnerabili, ai più poveri e ai più abbandonati, con una visione trasformante della società, affinché, ispirati dal Vangelo e dal carisma redentorista, si possa collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, fraterno, dove il bene è presente.
  9. Se la bontà salva il mondo, attraverso le opere sociali salviamo anche la bellezza. Dove la società scarta, noi accogliamo con la bellezza dell’abbraccio; dove il dolore dell’esclusione e dell’indifferenza ferisce, noi portiamo la bellezza della consolazione; e dove le persone sembrano spogliate della loro condizione umana, noi le rivestiamo con le belle vesti della dignità. Così, bontà e bellezza si uniscono per salvare l’essere umano dalla disumanizzazione e trasformare il mondo in un luogo per tutti.
  10. La bontà e la bellezza, se vissute alla luce del carisma redentorista, rivelano il cuore misericordioso del Redentore che si china sui più poveri e abbandonati. Nella missione redentorista la bontà diventa la sua presenza concreta nelle periferie esistenziali, mentre la bellezza si manifesta nella ritrovata dignità di ogni persona che torna a sorridere, a credere, a sperare e a vivere. In questo modo, le nostre opere sociali non sono semplici servizi, ma sacramenti di speranza, segni dell’abbondante redenzione che abbraccia la totalità della vita umana. Dove la bontà diventa gesto e la bellezza diventa testimonianza, il mondo sperimenta qui e ora i segni del Regno di Dio che viene per tutti.
  11. Stiamo vivendo il Giubileo della Speranza, un tempo di grazia che ci invita a rinnovare la nostra fiducia in Dio e a riaffermare il nostro impegno per i più poveri e abbandonati. In sintonia con l’Anno dedicato alla Missione, illuminato dal tema: “Il Signore che ci manda come missionari e pellegrini di speranza in un mondo ferito”, siamo chiamati a riconoscere che la speranza è una forza che sostiene e dà senso alla nostra azione missionaria. In questo cammino giubilare, ricordiamo che la bontà e la bellezza, insieme alla speranza, hanno la capacità di salvare l’uomo nella sua interezza, e l’uomo trasformato può salvare il mondo. Per questo le nostre opere sociali non si limitano all’assistenza, ma diventano un vero e proprio annuncio del Vangelo attraverso gesti concreti di cura, di solidarietà e di giustizia, mostrando che la Redenzione Abbondante è ancora viva e trasformante, capace di fare del mondo un luogo di convivenza per tutti, senza esclusione sociale.  politico, sessuale, culturale o religioso. Siamo missionari di speranza!
  12. Cari confratelli, laici e tutti i professionisti che collaborano con la missione Redentorista nelle nostre opere sociali, continuate a rendere il mondo più bello attraverso la bontà che nasce dal Vangelo e l’etica della cura degli altri. Il Signore ci chiama a non scoraggiarci di fronte alle difficoltà, ma a perseverare con speranza, perché ogni gesto di accoglienza, di servizio e di compassione è segno vivo dell’abbondante redenzione. Restiamo saldi in questo impegno, certi che questa bontà e questa bellezza sono doni che il Signore ci affida per metterli pienamente al suo servizio.
  13. Maria, Madre della Carità, insieme ai nostri santi, beati e martiri, ci incoraggi e ci ispiri in questa missione di servire, attraverso le nostre opere sociali, coloro che sono emarginati e dimenticati dalla società. Non ci manchi mai il coraggio di ricordare e testimoniare che la bontà e la bellezza, radicate nel Vangelo, hanno il potere di salvare il mondo.

P. Rogério Gomes, C.Ss.R
Superiore Generale

Roma, 22 settembre 2025
Originale: Spagnolo